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La questione dell’effettiva identità di William Shakespeare.

Una delle questioni più controverse recentemente oggetto di dibattito da parte di numerosi critici
letterari è la presunta identità non inglese di William Shakespeare, il ‘bardo dell’Avon’, del quale
le biografie ufficiali attestano la nascita nella cittadina inglese di Stratford-upon- Avon’ nel
periodo elisabettiano della dinastìa dei Tudor, in una data che si attesta attorno al 23 aprile 1564.
Se dubbi possono sussistere circa il giorno esatto della nascita, non ne sussistono, invece, circa il
battesimo, amministratogli qualche giorno dopo (esattamente il 26 aprile) nella chiesa
parrocchiale della cittadina inglese e di cui esiste, dunque, ufficiale documentazione, così come
non ne sussistono anche sulla morte, che lo colse il 23 aprile 1616 a soli cinquantadue anni, ma
protagonista di un’intensissima carriera letteraria.
Alcune opere dello scrittore e drammaturgo inglese sono da tempo sotto l’occhio indagatore dei
critici; una in particolare è ‘Much Ado About Nothing’ (‘Molto rumore per nulla’) che,
ambientata nella nostra Sicilia, ed esattamente a Messina, è talmente ricca di particolari,
espressioni e modi di dire tipicamente messinesi, il che ha fatto sorgere nei critici un dubbio circa
l’effettiva identità del drammaturgo. Affermavano costoro che, sotto lo pseudonimo (secondo
loro) ‘William Shakespeare’, si celasse l’identità di un tale Michelangelo Florio Crollalanza per
il quale, nobile messinese figlio di Giovanni Florio, medico, e di Guglielmina Crollalanza, sia
stato, dunque, facile servirsi del nome della madre, per crearsi lo ‘pseudonimo’ William
Shakespeare. D’altronde ‘Guglielmo’ in lingua inglese è ‘William’ e l’etimologia del cognome
Shakespeare fa pensare al verbo ‘shake’ che significa ‘scuotere’ o ‘scrollare’ e ‘speare’ che
significa ‘lancia’. Da ‘scuotilancia’ a ‘crollalanza’ il passo è breve e proprio ‘Crollalanza’ è
ancor oggi un diffusissimo cognome a Messina.
A dire dei critici, l’opera ‘Much Ado About Nothing’ (Molto rumore per nulla) è, in realtà, la
trasposizione in lingua inglese di una commedia, composta in vernacolo siciliano ed intitolata
‘Tantu scrusciu ppi nenti’. Troppe evidentemente, a giudizio dei critici in questione, le analogie
tra le due opere, il che confermava la loro ipotesi che solo un commediografo locale potesse
conoscere i numerosi dettagli inseriti nell’opera. Peccato, poi, che tale ipotesi, rilanciata qualche
mese fa e che riprendeva, comunque, alcune considerazioni avanzate nel corso del ‘900 da critici
letterari di vaglia, quali Santi Paladino, Enrico Basta e Martino Juvara, si sia rivelata una
bufala, una vera e propria ‘fake news’, di un fantomatico sito livornese ‘Sky 24 Ore’ che, parodia
della ben più famosa testata giornalistica ‘Sky News 24’, aveva diffuso la notizia ‘scoop’ che
presso l’Archivio Shakespeare della Biblioteca comunale di Stratford-upon- Avon era stato
rinvenuto il 26 giugno 2017 tra documenti personali dello scrittore il certificato di nascita che
confermerebbe la nascita di Michelangelo Florio Crollalanza a Messina il 23 aprile 1564.
L’ipotesi aveva fatto sobbalzare critici e letterari, seminando persino il panico tra gli inglesi, che
stavano vedendosi privati di quello che da sempre hanno giustamente considerato il loro ‘genio’,
la cui attività letteraria ha notoriamente compreso alcune opere ambientate in Italia (Romeo and
Juliet, Othello, The Two Gentlemen of Verona e, per l’appunto, Much Ado About Nothing). A
supporto di tale fantomatica ipotesi, poi, la considerazione che Michelangelo Florio Crollalanza
sia stato costretto ad emigrare con la famiglia da Messina in Inghilterra a causa dell’intolleranza
religiosa dei cattolici nei confronti delle convinzioni religiose calviniste ed in terra d’Albione
abbia assunto le nuove generalità anagrafiche.
Se ancor oggi, comunque, gli studiosi continuano a vagliare ogni possibilità sull’ambientazione
delle opere, sono comunque vere e, come tali, inoppugnabili due ipotesi:
– esistono, come già detto, documenti ufficiali che suffragano l’identità inglese del ‘genio’:
l’atto di battesimo, custodito presso la chiesa parrocchiale della ‘Santissima Trinità’ a
Stratford-upon- Avon;

– nella stessa chiesa parrocchiale del borgo natìo, esiste il sacello funebre di Shakespeare.
Quanto al fantomatico sito ‘Sky 24 Ore’, esso, parodìa dell’emittente Sky News 24, specifica di
pubblicare notizie inesatte o, addirittura, inventate a scopo satirico, per fare riflettere o divertire;
esso non è una testata giornalistica e non viene aggiornato quotidianamente, come si è soliti fare
con i siti ufficiali. Al di là dell’apologo diffuso da parte del fantomatico sito WEB, la questione
‘Shakespeare’ appassiona i critici letterari e, dunque, ciò può costituire possibilità di ulteriori
approfondimenti su una tematica che rimane, comunque, di notevole importanza.

Prof. Nando Costarelli

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David Herbert Lawrence e la Sicilia.

David Herbert Lawrence

David Herbert Lawrence, insigne esponente della letteratura inglese della tarda Età Vittoriana (secolo XIX), nacque ad Eastwood l’11 settembre 1885 e morì a Vence il 2 marzo 1930. Nel marzo 1912, durante un soggiorno in Germania, conobbe la futura moglie, Frieda Von Ritchofen, figlia del barone tedesco Friederic e già sposata con il professore inglese Ernest Weekley. Nel maggio dello stesso anno, David e Frieda, frattanto divenuti amanti, fuggirono insieme, rifugiandosi dapprima presso i parenti di lei in Gemania, nella località di Metz; in seguito, la coppia, desiderosa di esplorare nuove realtà che non fossero contaminate dal fenomeno dell’Industrializzazione che, tipico dell’Inghilterra tardo-Vittoriana, aveva significato uno spopolamento delle campagne ed un trasferimento in grandi masse verso le città industrializzate in cerca di lavoro, fuggì verso sud alla ricerca di terre assolate, date anche le necessità dello stesso Lawrence, già malato a causa della tubercolosi e su preciso consiglio dei medici che lo avevano in cura. Si stabilirono, pertanto, in Italia, a Riva del Garda e poi a Gragnano, vivendo in quei luoghi dal settembre 1912 all’aprile 1913. A questo periodo, appartiene una particolarmente fruttuosa parentesi letteraria: fu proprio in quel ‘paradiso’ (così Lawrence ebbe a definire quella zona del nord Italia) che lo scrittore completò una sua opera ‘Sons and Lovers’ ed attese alla redazione di altre opere (Crepuscolo in Italia, La ragazza perduta, Sisters e Donne innamorate).

Tornato in Inghilterra, il 13 luglio 1914 sposò Frieda e, a seguito dello scoppio del primo conflitto mondiale, soggiornò con la consorte in varie località, tra cui la Cornovaglia (estremo lembo sudoccidentale della terra d’Albione (l’Inghilterra è così chiamata per le bianchissime scogliere meridionali di gesso prospicienti il Canale della Manica). Da quella zona, i due coniugi furono espulsi, a causa del dichiarato pacifismo di lui e della nazionalità tedesca di lei. Al termine del conflitto mondiale, periodo peraltro, anche in questo caso, letterariamente fruttuoso per Lawrence, i due coniugi fecero ritorno in Italia e, dopo un lungo peregrinare (Firenze, La Spezia, Spotorno, Picinisco, Ravello e Capri), giunsero finalmente in Sicilia, estremo lembo meridionale d’Europa, stabilendosi a Taormina, località che lo stesso Lawrence aveva scelto in quanto il clima particolarmente mite e soleggiato del luogo gli consentì, oltre a liberarsi dalla rigidità morale del sistema britannico, fattore che, tra l’altro, non consentirà la pubblicazione di ‘Lady Chatterley’s lover’ ritenuto osceno e, come tale contrario alla ‘morale’ vittoriana (il romanzo sarà infatti, pubblicato solo nel 1925), di recare un qualche sollievo alle proprie sofferenze a causa di quella tubercolosi che lo avrebbe poi condotto ad una precoce morte alla giovanissima età di quarantacinque anni.

A Taormina, e precisamente in un vigneto tra Taormina e la soprastante Castelmola, è realmente ambientato il romanzo ‘Lady Chatterley’s lover’, nel quale Lawrence descrive la storia d’amore intercorsa tra una donna, di nome  Connie, ed il guardacaccia Mellors, personaggio che era stato in un primo tempo erroneamente identificato con il tenente dei bersaglieri Angelo Ravagli di Spotorno, che Frieda sposò dopo la morte di Lawrence. Il romanzo, le cui vicende si svolgono in un bosco inglese, è in realtà, ambientato in un vigneto soprastante Taormina. Connie è la stessa Frieda, moglie di Lawrence, mentre il guardacaccia Mellors è in realtà un mulattiere, tale Peppino D’Allura, il quale ogni pomeriggio soleva accompagnare, a dorso di mulo, la signora Frieda da un’amica a Castelmola a prendere il tè. Un pomeriggio, i due furono improvvisamente colti sulla strada da un violento acquazzone e furono costretti a trovare riparo in un vicino palmento di proprietà della famiglia del mulattiere. In quel luogo, i due si abbandonarono ai ‘giochi erotici’ sotto la pioggia, nonostante il timido ed impacciato mulattiere fosse dapprima restìo a tutto ciò e si decise ad affrontare l’imprevista situazione incoraggiato dalla signora.  

Mentre il tenente Ravagli aveva sempre negato di essere il protagonista dei ‘giochi erotici’ con la signora Connie, lo stesso D’Allura (il mulattiere) se ne confermò protagonista, come egli stesso aveva dichiarato ai suoi amici a Castelmola, anche se mai ne aveva fatto parola con i giornalisti; infatti, agli amici che in osteria gli leggevano il romanzo (D’Allura, infatti, non sapeva leggere), egli stesso forniva ogni dettaglio su quanto nel romanzo era descritto.  

Nando Costarelli

David Herbert Lawrence in Sicilia