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GEOFFREY CHAUCER E LA FESTA DI SAN VALENTINO.

La festa che, in onore di San Valentino vescovo dell’antica diocesi di Interumni, l’attuale Terni, si celebra il 14 febbraio, per tradizione considerata ‘la festa degli innamorati’, fu istituita nel 496 d.C. da papa Gelasio I con l’obiettivo di cristianizzare i Lupercalia, festa pagana che, dedicata nell’antica Roma al dio selvatico Fauno Luperco, si celebrava il 15 febbraio con riti sfrenati ed apertamente in contrasto con la morale e l’idea di amore espressa dai cristiani. Fu proprio papa Gelasio I a ‘battezzare’ la nuova festa dell’amore anticipandola di un giorno rispetto agli antichi riti pagani e, facendo, dunque, diventare il vescovo di Terni ‘Patrono degli innamorati’. Alla diffusione della festa di San Valentino, particolarmente in Francia ed in Inghilterra, offrirono un notevole contributo attraverso i loro numerosi monasteri i monaci benedettini, già sin dalla fine della seconda metà del VI secolo d. C. affidatari della basilica ternana di San Valentino.

Considerate le non poche difficoltà di identificazione dei santi martiri dei primi secoli, sia per le tardive documentazioni di cui si è in possesso e sia anche per l’omonimia tra persone diverse, la tradizione in base alla quale San Valentino è considerato il Patrono degli innamorati è di incerta origine;  infatti, quantunque una leggenda racconti dell’offerta di una sostanziosa somma di denaro che il Santo vescovo avrebbe destinato ad una povera fanciulla in dote per il matrimonio, una delle tesi maggiormente accreditate dagli studiosi è che la dedicazione della festa di San Valentino agli innamorati sia da ricondurre a Geoffrey Chaucer, padre della letteratura inglese, il quale, nella propria opera ‘The Parliament of Fowls’ (Il Parlamento degli Uccelli), collegata anche con la tradizione medioevale anglo-francese in base alla quale proprio in quella data ha inizio l’accoppiamento degli uccelli, associa la celebrazione alla storica ricorrenza del fidanzamento di Re Riccardo II d’Inghilterra con la principessa Anna di Boemia; tale interpretazione risulta, comunque, di dubbia valenza, in quanto la data ufficiale del fidanzamento del sovrano sarebbe il 3 maggio, ricorrenza della festa di un altro San Valentino, di origini genovesi; proprio l’omonimia tra i due Santi, può aver nel tempo ingenerato una sia pure non voluta confusione tra le due ricorrenze.

Pur se non è possibile dare certezza assoluta all’evoluzione storica della ricorrenza del 14 febbraio, da alcuni precisi riferimenti storici si evince come la giornata del 14 febbraio fosse dedicata agli innamorati a partire dai primi secoli del II millennio dell’era cristiana; infatti, il 14 febbraio del 1400, fu istituito a Parigi l’Alto Tribunale dell’Amore che, formato da giudici prescelti in base alla rispettiva familiarità con la poesia d’amore, era ispirato ai princìpi dell’amor cortese e si prefiggeva lo scopo di decidere su controversie legate ai contratti d’amore (tradimenti, violenze, etc…).  

La festa di San Valentino associata agli innamorati trova anche traccia nelle antiche ‘valentine’ ossia i biglietti che in occasione di tale festa erano oggetto di sambio tra gli innamorati; la più antica “valentina” di cui sia rimasta traccia risale al XV secolo e fu scritta da Carlo d’Orléans, all’epoca detenuto nella Torre di Londra dopo la sconfitta alla battaglia di Agincourt (1415). Carlo si rivolge a sua moglie (la seconda, Bonne di Armagnac) con le parole: Je suis desja d’amour tanné, ma tres doulce Valentinée….

La dedicazione della festa di San Valentino agli innamorati risulta evidenziabile anche nella produzione letteraria di William Shakespeare, il ‘Bardo dell’Avon’; ‘nell’Amleto, infatti, durante la scena della pazzia di Ofelia, la fanciulla canta vaneggiando: ‘Domani è San Valentino e, appena sul far del giorno, io che son fanciulla busserò alla tua finestra, voglio essere la tua Valentina!’.

Nando Costarelli

GEOFFREY CHAUCER E LA FESTA DI SAN VALENTINO.