David Herbert Lawrence, insigne esponente della letteratura inglese della tarda Età Vittoriana (secolo XIX), nacque ad Eastwood l’11 settembre 1885 e morì a Vence il 2 marzo 1930. Nel marzo 1912, durante un soggiorno in Germania, conobbe la futura moglie, Frieda Von Ritchofen, figlia del barone tedesco Friederic e già sposata con il professore inglese Ernest Weekley. Nel maggio dello stesso anno, David e Frieda, frattanto divenuti amanti, fuggirono insieme, rifugiandosi dapprima presso i parenti di lei in Gemania, nella località di Metz; in seguito, la coppia, desiderosa di esplorare nuove realtà che non fossero contaminate dal fenomeno dell’Industrializzazione che, tipico dell’Inghilterra tardo-Vittoriana, aveva significato uno spopolamento delle campagne ed un trasferimento in grandi masse verso le città industrializzate in cerca di lavoro, fuggì verso sud alla ricerca di terre assolate, date anche le necessità dello stesso Lawrence, già malato a causa della tubercolosi e su preciso consiglio dei medici che lo avevano in cura. Si stabilirono, pertanto, in Italia, a Riva del Garda e poi a Gragnano, vivendo in quei luoghi dal settembre 1912 all’aprile 1913. A questo periodo, appartiene una particolarmente fruttuosa parentesi letteraria: fu proprio in quel ‘paradiso’ (così Lawrence ebbe a definire quella zona del nord Italia) che lo scrittore completò una sua opera ‘Sons and Lovers’ ed attese alla redazione di altre opere (Crepuscolo in Italia, La ragazza perduta, Sisters e Donne innamorate).
Tornato in Inghilterra, il 13 luglio 1914 sposò Frieda e, a seguito dello scoppio del primo conflitto mondiale, soggiornò con la consorte in varie località, tra cui la Cornovaglia (estremo lembo sudoccidentale della terra d’Albione (l’Inghilterra è così chiamata per le bianchissime scogliere meridionali di gesso prospicienti il Canale della Manica). Da quella zona, i due coniugi furono espulsi, a causa del dichiarato pacifismo di lui e della nazionalità tedesca di lei. Al termine del conflitto mondiale, periodo peraltro, anche in questo caso, letterariamente fruttuoso per Lawrence, i due coniugi fecero ritorno in Italia e, dopo un lungo peregrinare (Firenze, La Spezia, Spotorno, Picinisco, Ravello e Capri), giunsero finalmente in Sicilia, estremo lembo meridionale d’Europa, stabilendosi a Taormina, località che lo stesso Lawrence aveva scelto in quanto il clima particolarmente mite e soleggiato del luogo gli consentì, oltre a liberarsi dalla rigidità morale del sistema britannico, fattore che, tra l’altro, non consentirà la pubblicazione di ‘Lady Chatterley’s lover’ ritenuto osceno e, come tale contrario alla ‘morale’ vittoriana (il romanzo sarà infatti, pubblicato solo nel 1925), di recare un qualche sollievo alle proprie sofferenze a causa di quella tubercolosi che lo avrebbe poi condotto ad una precoce morte alla giovanissima età di quarantacinque anni.
A Taormina, e precisamente in un vigneto tra Taormina e la soprastante Castelmola, è realmente ambientato il romanzo ‘Lady Chatterley’s lover’, nel quale Lawrence descrive la storia d’amore intercorsa tra una donna, di nome Connie, ed il guardacaccia Mellors, personaggio che era stato in un primo tempo erroneamente identificato con il tenente dei bersaglieri Angelo Ravagli di Spotorno, che Frieda sposò dopo la morte di Lawrence. Il romanzo, le cui vicende si svolgono in un bosco inglese, è in realtà, ambientato in un vigneto soprastante Taormina. Connie è la stessa Frieda, moglie di Lawrence, mentre il guardacaccia Mellors è in realtà un mulattiere, tale Peppino D’Allura, il quale ogni pomeriggio soleva accompagnare, a dorso di mulo, la signora Frieda da un’amica a Castelmola a prendere il tè. Un pomeriggio, i due furono improvvisamente colti sulla strada da un violento acquazzone e furono costretti a trovare riparo in un vicino palmento di proprietà della famiglia del mulattiere. In quel luogo, i due si abbandonarono ai ‘giochi erotici’ sotto la pioggia, nonostante il timido ed impacciato mulattiere fosse dapprima restìo a tutto ciò e si decise ad affrontare l’imprevista situazione incoraggiato dalla signora.
Mentre il tenente Ravagli aveva sempre negato di essere il protagonista dei ‘giochi erotici’ con la signora Connie, lo stesso D’Allura (il mulattiere) se ne confermò protagonista, come egli stesso aveva dichiarato ai suoi amici a Castelmola, anche se mai ne aveva fatto parola con i giornalisti; infatti, agli amici che in osteria gli leggevano il romanzo (D’Allura, infatti, non sapeva leggere), egli stesso forniva ogni dettaglio su quanto nel romanzo era descritto.
Nando Costarelli
David Herbert Lawrence in Sicilia